Il valore di un nome a dominio
Affrontiamo un argomento fondamentale del domaining: che valore hanno i nomi a dominio?
Ogni nome, come abbiamo visto, ha proprie caratteristiche che lo rendono unico. Non esistono regole o metriche specifiche per determinare oggettivamente il valore di un dominio.
Come regolarsi allora per una valutazione?
Le caratteristiche da considerare sono molte, ecco le principali:
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essere memorizzabile: forse la caratteristica più importante di un dominio. Essere facilmente ricordato può portare a un grande risparmio sui costi riservati a marketing e pubblicità;
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parola chiave: il valore è ovviamente legato alla parola contenuta nel dominio. Una categoria merceologica di pregio o un settore redditizio è garanzia di un valore elevato del nome. Il motivo è evidente. Se il settore è caratterizzato da investimenti importanti, anche i relativi domini premium avranno valutazioni elevate, grazie ai vantaggi che portano all’utilizzatore, rispetto ai concorrenti;
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forza del brand: un dominio viene considerato premium (ossia “prezioso”) quando di per sé costituisce un brand forte e riconoscibile. Esempi concreti possono essere i portali immobiliari casa.it e immobiliare.it che hanno puntato con successo su domini super premium nel settore;
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storicità: per evidenti motivi, un dominio appetibile ha alle spalle diversi anni di registrazione, una storicità che porta un leggero vantaggio dal punto di vista del posizionamento sul web. Da non trascurare anche eventuali visite residue da precedenti progetti sul web;
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potenza SEO: oltre alle visite, in eredità da precedenti progetti, si possono ricevere anche citazioni e link da altri siti, elementi importanti nella pratica del SEO (ossia del posizionamento sui motori di ricerca);
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visite dirette: come abbiamo accennato nella sezione dedicata alla storicità di un nome, è probabile che un dominio premium riceva visite da un precedente progetto che ha lasciato tracce su siti terzi.
La fonte delle visite dirette, però, non è solamente questa: spesso si rilevano visite derivanti da digitazione diretta (ossia di utenti che nella barra degli indirizzi digitano esattamente il dominio con la relativa estensione). È evidente che è un fenomeno che riguarda solamente i cosiddetti “exact match”, ossia domini composti soltanto da una singola parola di un bene commerciale, seguita dall’estensione (prevalentemente .it per il mercato italiano).
Si consideri che si tratta sicuramente di piccoli volumi, ma di grande valore: un utente che digita volontariamente l’indirizzo web di un dominio premium, costituito da una parola commerciale, è sicuramente un potenziale cliente interessato all’acquisto. Poche decine di visite già targettizzate possono portare al proprietario del sito numerose vendite aggiuntive a fine anno; un vantaggio non da poco per un’attività online.
Alcune domande che possono dissipare dubbi:
Quale estensione preferire?
Dipende dal mercato a cui ci si vuole rivolgere: aprire un’attività in Italia porta sempre a preferire l’utilizzo del .IT come prima scelta, seguito (o affiancato) dal .com
L’utilizzo di estensioni principali come .net o .org spesso porta a perdere alcuni dei vantaggi esposti in questo articolo
Perché un dominio formato da una parola inglese .COM può raggiungere milioni di euro di valore?
Anche in questo caso la risposta è strettamente legata al mercato a cui si rivolge il dominio. Il .COM con parole di lingua inglese è universalmente utilizzato in tutto il mondo, garantendo un pubblico di miliardi di utenti potenziali.
È evidente che un dominio come kitchen.com può avere un valore di decine di volte superiore a kitchen.it, pur sempre un premium, ma con un pubblico tendenzialmente solamente confinato al territorio italiano.
Perché un dominio breve ha più valore di un nome lungo?
Fondamentalmente è merito della facilità nell’essere ricordato. Altri vantaggi derivano da quanto già esposto in questo articolo: i domini più brevi sono tra i primi ad essere stati registrati, dunque beneficiano dei vantaggi derivanti da una maggiore storicità.
Inoltre, si ha evidenza di alcuni domini composti da pochi caratteri .COM, che ricevono costante traffico naturale da digitazione di migliaia di utenti quotidiani. Un punto di partenza sicuramente vantaggioso per un sito web. Per domini italiani brevi .IT, il vantaggio derivante da traffico diretto è sicuramente meno evidente, ma la facilità di digitazione e di memorizzazione sono fattori da non trascurare.
Un dominio premium è indispensabile per il SEO?
No, non è fondamentale, ma sicuramente aiuta. Un dominio premium con alle spalle una pregressa autorevolezza aiuta a scalare posizioni sui motori di ricerca.
Perché comprare un nome a dominio premium? Come utilizzarlo?
Un dominio di alto livello può fare la differenza per la costruzione di un brand forte e memorizzabile.
Può essere molto utile anche a chi un dominio aziendale lo ha già: molte aziende acquistano domini premium relativi al proprio settore commerciale, reindirizzando questi nomi verso il proprio sito ufficiale. Questa tecnica convoglia ulteriori visite targettizzate al sito, oltre ad aumentare la potenza del brand agli occhi di consumatori e concorrenti.
Un altro uso possibile è quello del rebranding aziendale: alcune attività commerciali acquistano un dominio premium per attuare un vero e proprio cambiamento radicale, mutando ragione sociale proprio per attingere ai vantaggi che un nome migliore può portare.
C’è poi chi acquista più domini premium nel proprio settore, per realizzare un network di mini-siti per convogliare traffico al proprio sito principale.
I motivi dietro all’acquisto di un nome, dunque, possono essere molteplici. Segnaliamo, infine, una pratica poco conosciuta: l’acquisto di domini premium come forma di investimento (non a caso sono spesso definiti gli “immobili del web”), per futura rivendita con margini di profitto a volte davvero interessanti.